Il Monte Croce da Ravarano

Punto di partenza/arrivo: Ravarano, 677 m

Dislivello: 700 m ca.

Durata complessiva: 4 h

Tempi parziali: Ravarano-Castello di Casola (1,20 h) ; Castello di Casola-Monte Croce (45 min) ; Monte Croce-Puilio di Casola (50 min) ; Puilio di Casola-Ravarano (1 h)

Difficoltà: E+

Attrezzatura: ordinaria da escursionismo (per il doppio guado del Torrente Baganza è consigliabile avere con sé scarpe o ciabatte di gomma)

Ultima verifica: maggio 2021

Riferimento bibliografico: Daniele Canossini – LE VALLI DI PARMA E L’ALTA LUNIGIANA – l’Escursionista 2002

Accesso stradale: Parma-Felino-Marzolara-Calestano-Ravarano (si parcheggia l’auto nella parte finale del paese)

Descrizione dell’itinerario

Escursione di particolare interesse naturalistico e storico in luoghi affascinanti e poco frequentati. Dovendo effettuare un duplice guado del Torrente Baganza, è necessario evitare i periodi di piena.

Se abbiamo parcheggiato l’auto nella parte finale di Ravarano, occorre tornare indietro lungo la SP 15 e proprio all’interno del borgo principale imboccare a sinistra uno stradello (Strada della Chiesa) in discesa. Dopo aver costeggiato alcune belle case in sasso, si raggiunge la Chiesa di San Bartolomeo, nel retro della quale inizia (vecchia indicazione del CAI) il percorso che ci condurrà nel greto del Torrente Baganza. Si perde quota a fianco di una radura e al bivio che si presenta poco sotto, in corrispondenza di una netta svolta a sinistra del tracciato, si trascura a destra il percorso da cui torneremo. Si continua a perdere quota per carraia piuttosto inerbita attraversando poco dopo il margine superiore di una radura/pendio prativo, dove il tracciato risulta poco riconoscibile poiché alquanto invaso dall’erba. Rientrati nel bosco, si prosegue la discesa per il piacevole percorso, compiendo una netta svolta a destra cui fa seguito una curva a sinistra. Proprio in corrispondenza della sponda destra orografica del Torrente Arso la carraia risulta franata, ma un sentiero a destra permette di aggirare l’ostacolo. Dopo una ripida discesa (sbiaditi segni fluorescenti del “Tartufo Trail Running”) si mette piede nell’ampio letto, sconvolto da alluvioni, del Torrente Arso e lo si attraversa puntando alla sponda opposta dove si dovrebbe intravedere la continuazione del percorso. Recuperatolo, si procede per ampio sentiero evidente che si sposta a sinistra ed avanza nel contesto di una vegetazione molto variegata. Giunti nei pressi di una radura con sbarra, si trascura a destra la continuazione della traccia seguita fino a questo momento e ci si dirige verso il vicino Mulino di Ravarano506 m. Per sentiero erboso si transita a fianco della suggestiva costruzione, fino a scendere per rocce stratificate nel letto del Torrente Baganza. Guadatolo, si risale una breve scarpata e si continua per sentiero (segnavia fluorescenti) che si inoltra quasi subito nel bosco. Il percorso volge a sinistra ed è affiancato da un vecchio muretto a secco che fa da preludio ad altri che ammireremo. Dopo una svolta a destra e una salita, si asseconda una mulattiera tra le più belle e integre di tutto l’Appennino parmense. Il tracciato, immerso in un ambiente boschivo di particolare pregio, sale lievemente ed effettua alcune svolte per poi avanzare in direzione NE. Il selciato originario e i muretti a secco con pietre incastonate ad arte, suscitano nel percorritore un’emozione tra le più intense. Dopo la sezione più spettacolare, si incomincia una dura salita per tracciato dissestato, procedendo ai piedi di una suggestiva parete del Flysch del Monte Cassio ben visibile da Ravarano. Attraversati alcuni solchi di erosione, si rientra nel bosco e si avanza molto più comodamente andando a varcare un rio che precede un più piccolo corso d’acqua. Dopo un tratto in salita e uno in falsopiano si compie una svolta a sinistra e si procede a fianco di panoramiche radure. Con andamento verso N e NW si guadagna quota per la vecchia mulattiera ammirando altre sezioni in cui affiora lo splendido lastricato originale e i “consueti” muretti a secco che l’affiancano. Sbucati nella frazione Villa di Casola655 m, ci si innesta nella Via Francigena e la si segue a destra iniziando ad attraversare la parte più antica del borgo. Costeggiata una grande casa in sasso (forse una corte), si esce dall’abitato e al primo bivio che si presenta si continua diritto. Varcato subito dopo un piccolo ruscello, si incontra un secondo bivio dove si prosegue a destra salendo ripidamente. Poco più in alto un’indicazione ci induce a prendere il tracciato di destra (possiamo anche proseguire diritto) che si asseconda compiendo un faticoso tornante sinistrorso. Immessosi in un’ampia traccia, si recupera appena dopo il percorso abbandonato poco sotto e lo si segue a destra andando sempre in questa direzione al bivio che si presenta quasi subito. Mediante bella mulattiera lastricata si aggira un poggio, compiendo successivamente una curva a sinistra e transitando a fianco di una costruzione in sasso. Si continua a guadagnare quota tra panoramici appezzamenti, puntando al vicino borgo di Castello di Casola arroccato su un poggio. Entrati nel suggestivo nucleo, 755 m, si prosegue a sinistra imboccando a destra un percorso che si stacca dalla strada d’accesso alla frazione. Trascurato lo stradello che scende ad una casa, si continua per piacevole mulattiera, e al bivio che si presenta poco più avanti si ignora un’ampia traccia a destra. Il panoramico percorso procede in questa sezione in lieve salita per poi diventare più ripido nella parte finale. Costeggiata una casa, si guadagna il valico della Colletta794 m, situato sul crinale Baganza/Sporzana. Da qui si continua a destra assecondando solo per poco i segnavia della Francigena, abbandonandola nel momento in cui volge a sinistra in direzione di Terenzo. Si prosegue lungo la comoda stradina asfaltata che costituisce l’accesso al nucleo di Puilio di Casola (che visiteremo al ritorno), imboccando la prima carraia che si stacca a sinistra (vecchia indicazione del CAI appena dopo l’imbocco). Poco più avanti si presenta un ulteriore bivio da cui si continua a sinistra iniziando una ripida salita a fianco di panoramici prati. Si procede per ampia traccia sassosa in direzione della dorsale del Monte Croce ammantata da conifere di reimpianto. Volgendo infine a destra si inizia ad assecondare il boscoso crinale, avanzando in salita costante ma tutto sommato moderata. Al primo bivio che si incontra si trascura a sinistra un’ampia traccia, mentre al secondo, situato più avanti proprio sul filo della dorsale, si ignora un labile percorso a destra. Si prosegue per il piacevole sentiero di crinale in direzione della non lontana sommità del Monte Croce, notando e tralasciando a sinistra un percorso in discesa. Usciti dal bosco, si asseconda la panoramica dorsale e risaliti gli ultimi ripidi metri si guadagna la cima del Monte Croce945 m. Dopo una meritata sosta, si inizia la discesa che avviene nella primissima parte lungo il ripido profilo est della montagna. Raggiunta una sella, l’ottimo sentiero scarta il crinale divisorio Baganza/Sporzana, procedendo in quest’ultimo versante nel contesto di una rigogliosa area ammantata da cespugli e arbusti. Rientrati nel bosco, si perde ripidamente quota effettuando diverse svolte e tornanti, fino a mettere piede in una sorta di dorsale (Costa di Seda) dove si incontra un trivio. Imboccato il percorso di destra (indicazione per Lughero e Puilio) si scende in direzione SW per sentiero ben incavato ma piuttosto invaso da vegetazione e cespugli. Volgendo successivamente a destra si rientra nel bosco e si prosegue per il poco frequentato percorso che risulta anche qui, in alcuni punti, ostruito da cespugli. Dopo una breve contropendenza, giunti nei pressi di un piccolo ripiano erboso, si volge a destra. Il tracciato inizia successivamente a perdere quota molto spesso ripidamente, presentandosi in alcuni tratti dissestato, scomodo e faticoso. Compiute in seguito un paio di svolte, il percorso procede in piano/lieve salita verso W, mentre da sinistra si innesta in esso un altro sentiero proveniente dalla Costa di Seda. Doppiata la prima delle particolari coste che caratterizzano il versante meridionale del Monte Croce, si procede in leggera salita ammirando le peculiarità ambientali e geologiche dell’area in cui ci troviamo. Doppiata una seconda costa, anch’essa con affioramenti rocciosi (notevole visuale panoramica), si continua in lieve discesa e in piano costeggiando delle caratteristiche lastre rocciose. Immessosi in una carraia, la si segue a destra avanzando in salita, dirigendosi verso il fondo di una valletta. Attraversato quest’ultimo si continua a progredire in salita per ampia e assolata traccia lungo la sponda destra orografica della valletta, fino a doppiare una terza evidente costa. Segue un tratto in piano e in lieve salita onde aggirare l’ultima boscosa costa, dirigendosi, oltre quest’ultima, verso il vicino nucleo di Puilio di Casola. Dopo un tratto in cui il tracciato è affiancato da muretti a secco, si entra nel suggestivo borgo, 740 m, e lo si attraversa prendendo il viottolo di sinistra. Raggiunto un incrocio, si prosegue a sinistra transitando a fianco della parte più antica e suggestiva del nucleo. Dopo aver costeggiato una siepe, si presenta un bivio (sbiadito segnavia bianco-rosso sul tronco di un albero) da cui si imbocca a sinistra uno stradello che conduce subito ad una casa. Noi proseguiamo per ampia traccia che perde quota nel bosco nella sponda sinistra orografica della valletta formata da un rio. Nei pressi di un cancello, il percorso volge nettamente a destra, attraversa il fondo della menzionata valletta per poi scendere lungo la sua sponda destra orografica. Si sottopassa poco più in basso una linea elettrica e dopo una discesa all’interno di un bosco con conifere di reimpianto si volge a destra. Trascurata a sinistra una traccia ampia ma labile, si prosegue per il percorso principale che avanza in piano attraversando un’area erbosa e un corso d’acqua. Immessosi in una carraia, la si asseconda in discesa penetrando presto in un variegato ambiente boschivo. Dopo alcune svolte temporaneamente fuori da bosco, ritornati al suo interno si presentano due bivi da cui si prosegue a destra (segnavia bianco-rossi). Andando a sinistra (segnavia) al terzo bivio che si incontra, si nota appena dopo, sempre sulla sinistra, una radura. Abbandoniamo qui il vecchio percorso segnato – che in seguito tende a perdersi – e ci dirigiamo verso la radura, notando un vecchio rudere seminascosto dalla vegetazione. Oltre quest’ultimo si perde quota per ameni declivi prativi in direzione del Torrente Baganza, assecondando, o meglio intuendo, un’ampia traccia molto poco riconoscibile. Più in basso si procede tra macchie boscose dove il tracciato diviene sensibilmente più incavato, fino ad uscire in un’area con arbusti e folta vegetazione a poca distanza dal greto del torrente. Ci troviamo esattamente di fronte alle case del nucleo di Tavolana in splendido ambiente fluviale che stimola una sosta ristoratrice. Effettuato il guado, si raggiunge la sponda opposta e si prosegue a destra senza traccia fino ad inserirsi in un percorso che conduce ad un’area pic-nic con tavolo e panche. Da qui si imbocca una carraia a sinistra abbandonandola poco più avanti per sentiero a destra (segnavia bianco-rossi). Si avanza in ripida salita per traccia poco frequentata ma evidente, fino a volgere a sinistra ed assecondare per un tratto una sorta di crinaletto boscoso. Virando successivamente a destra, si attraversa un corso d’acqua, continuando oltre quest’ultimo a salire in modo sostenuto. Appena dopo una recinzione, ci si immette nel percorso seguito all’andata poco sotto la chiesa di Ravarano. 

Monte Croce da Calestano

 

Punto di partenza/arrivo: Calestano, 417 m 

Dislivello: 800 m ca. 

Durata complessiva: 5,20 h 

Tempi parziali: Calestano-Monte Croce (1,20 h) ; Monte Croce-Castello di Casola (40 min) ; Castello di Casola-Puilio di Casola (1,20 h) ; Puilio di Casola-Calestano (2 h) 

Difficoltà: E/E+ (in alcuni tratti EE) 

Attrezzatura: ordinaria da escursionismo 

Ultima verifica: aprile 2024 

Accesso stradale: Parma-Felino-Marzolara-Calestano 

map (29)www.openstreetmap.org

{Nelle sezioni evidenziate con il tratteggio il percorso è approssimativo}

Descrizione dell’itinerario

Avvincente escursione di media lunghezza su vecchi sentieri e mulattiere generalmente evidenti, in ambiente spettacolare e intatto.  

Imboccata la SP 39 per Fornovo e attraversato il ponte sul Torrente Baganza, si prende a sinistra uno stradello (indicazione per Montale) transitando a fianco di alcune case. Ad un trivio caratterizzato da un cancello, si prosegue a sinistra e si procede in modo pianeggiante nell’alveo del Torrente Baganza, notando poco più avanti un particolare dirupo delimitante un avvallamento al cui interno si trova l’isolata casa di Magazzola. Andando a destra al primo bivio che s’incontra e trascurato subito dopo il percorso, chiuso da una sbarra, d’accesso alla menzionata località di Magazzola, si prosegue diritto verso un evidente muretto a secco posto in corrispondenza di un ulteriore bivio. Presa la carraia di destra (sbarra iniziale), si procede in modo pianeggiate costeggiando il citato muretto a secco e il margine di un primo campo (a destra di quest’ultimo si nota la casa di Magazzola). Raggiunto il limite destro del successivo campo, separato da quello precedente da una fascia di bosco, lo si incomincia a risalire costeggiando un fosso e puntando al sommo del pendio. Proprio qui si diparte un sentiero, il cui imbocco non è molto evidente (si può anche prendere la traccia situata più a sinistra, la quale si innesta nel percorso principale poco più in alto), che volgendo subito a sinistra inizia a salire in modo abbastanza sostenuto ma allo stesso tempo lineare. Alzandosi di quota sull’evidente tracciato (trattasi di un vecchio percorso ancora ottimamente conservato) in costante direzione sud-ovest e all’interno di un variegato bosco, si tralascia più in alto un sentiero a destra con duplice imbocco, progredendo verso una marcata costa. Nel momento in cui si inizia a doppiarla, si trascurano prima a sinistra e poi a destra delle diramazioni del più battuto tracciato principale, il quale, proprio sul dorso del panoramico costone (si nota un sentierino che, oltrepassando la dorsale, scende verso il sottostante Torrente Baganza), volge nettamente a destra. Avendo come direttiva il crinale, si procede in costante ascesa su ottimo percorso evidente e piacevole, uscendo, dopo lo strappo iniziale in cui si avanza in leggero obliquo a sinistra, in un pendio aperto caratterizzato da interessanti stratificazioni. Rientrati nel bosco, si guadagna quota in modo sempre più erto e faticoso, trascurando più in alto una labile traccia che si stacca a destra. Immessosi in seguito in un percorso che verso sinistra tende a scendere, si riprende subito a guadagnare quota in modo particolarmente sostenuto, andando a risalire una sorta di scarpata ed effettuando successivamente alcuni tornanti. L’ottimo sentiero si avvicina poi ad una fascia rocciosa, la evita spostandosi per poco a destra e, ripreso il costone caratterizzato da stratificazioni, confluisce in un più incavato percorso in corrispondenza di una sua netta svolta. Si asseconda il tracciato con l’ovvia direzione a sinistra, procedendo in lieve salita in bellissimo ambiente boschivo e tenendosi a poca distanza nonché lambendo il crinale che fino a questo momento ha costituito la nostra principale direttiva. Ammirando le particolari stratificazioni che caratterizzano il fondo del sentiero e riprendendo ad ascendere in modo moderato spostandosi a sinistra della dorsale, la si riguadagna poco prima di raggiungere un importante duplice bivio in località Costa di Seda. Trascurato il percorso che a sinistra scende verso Puilio di Casola (da cui torneremo), si prende invece il sentiero che, staccandosi sempre a sinistra, sale verso la cima del Monte Croce. Dopo la prima e piuttosto ripida ascesa su bel tracciato con stratificazioni, ci si sposta a destra e si avanza in un tratto in modo pianeggiante, riprendendo poi a salire curvando a sinistra. Oltrepassato un interessante ripiano colonizzato da variegata vegetazione, si riguadagna, dopo una breve salita, il crinale montuoso a poca distanza da una cima secondaria, situata alla nostra sinistra, da cui si ammira una notevole visuale sul fondovalle Baganza. Attraversata l’ampia insellatura che divide le due sommità, si trascura a destra un sentiero e si risale il soprastante ripido profilo, conquistando in questo modo l’altamente panoramica cima del Monte Croce, 945 m. Dopo la tradizionale sosta ristoratrice, s’incomincia la comoda discesa assecondando la dorsale ovest, procedendo su ottimo tracciato che si inoltra presto nel bosco. Costeggiando il margine di una pineta di reimpianto digradante in versante Baganza, si alternano tratti in piano a discese, trascurando ad un primo bivio un percorso che si stacca a destra. Proseguendo a sinistra al bivio successivo (vecchia indicazione del CAI per Casola), si perde quota in modo più deciso volgendo in direzione sud-ovest, fino ad uscire dal bosco e procedere a fianco di bucoliche radure. Il tracciato – che dalle caratteristiche sembrerebbe avere vecchie origini – procede all’interno di una fascia di vegetazione e, dopo una netta curva a destra, si allarga a carraia, conducendo ad un bivio da cui, andando a sinistra, si raggiungerebbe il nucleo di Lughero. Proseguendo invece diritto/destra, ci si innesta presto in una stradina asfaltata e in breve si guadagna l’ampia e panoramica sella della località Crocetta (794 m) situata lungo lo spartiacque Baganza/Sporzana. Assecondando le indicazioni della Via Francigena, si volge presto a sinistra e, dopo l’iniziale discesa a fianco di una casa, si procede in modo pianeggiante nell’ambito di panoramici campi. Il tracciato si restringe più avanti a sentiero (purtroppo rovinato dal passaggio di moto da enduro) e, sviluppandosi tra vegetazione varia, conduce nel vecchio e suggestivo borgo di Castello di Casola (755 m), la cui chiesa, dedicata a S. Apollinare, è situata nella parte alta. Continuando verso destra lungo la Via Francigena (sinistra sa si va a visitare la parte superiore del borgo), si esce presto dall’abitato, scendendo prima tra panoramici campi, poi su sentiero tra folta vegetazione. Trascurato a destra un percorso secondario, si prosegue sullo storico tracciato, molto interessante nella sezione successiva, in cui i muretti a secco che l’affiancano e il selciato originario che appare sul fondo “incarnano” il suo passato di antica via percorsa dai pellegrini. Presa la direzione sud, al bivio che si presenta quasi subito si prosegue lungo il ripido e vecchio sentiero di sinistra, il quale, dopo un piccolo corso d’acqua, si innesta in una carraia a poca distanza dal borgo di Casola. Abbandonata la Via Francigena, si asseconda il tracciato a sinistra, procedendo parallelamente al corso d’acqua poc’anzi varcato e notando a destra dei muretti a secco. Nel momento in cui il percorso inizia a salire, al bivio che si presenta si opta per la carraia di destra che, pianeggiando, volge a sinistra ed è affiancata da capanni in lamiera. All’altro bivio che s’incontra, si prosegue sul più inerbito percorso di destra, il quale, perdendo quota nella valletta formata dal Rio delle Vigne, rivela la sua natura di vecchia e abbandonata mulattiera. Appena dopo aver costeggiato un suggestivo muretto a secco, si abbandona il tracciato (che continua a scendere verso il fondovalle Baganza) e si prosegue a sinistra su affasciante e preziosa mulattiera. Procedendo in modo sostanzialmente pianeggiante in variegato e intatto ambiente boschivo, si oltrepassa più avanti una piccola frana, oltre la quale si sale per un breve tratto onde valicare una costa. Si continua sull’inerbito ma incavato percorso, il cui andamento si sviluppa perlopiù in quota, notando in un punto, poco dopo una labile traccia che si stacca a sinistra, quello che sembrerebbe essere il selciato originario (potrebbe anche trattarsi di un “miraggio” suscitato dalla suggestione del luogo). Proprio ai piedi del dirupato versante meridionale del poggio sopra il quale è arroccato il borgo di Castello di Casola, la mulattiera, che in un tratto è sostenuta da un basamento murario, porta a valicare una costa (si nota una sorta di ometto, formato da grossi sassi di roccia scura, della stessa tipologia di altri già incontrati in precedenza), oltre la quale, volgendo nettamente a sinistra, inizia a scendere. Nel momento in cui si esce dal bosco nell’ambito di pendii dirupati, al poco evidente bivio che si presenta, si può scegliere se proseguire lungo quello che dovrebbe essere il percorso principale, il quale effettua un tornante destrorso, oppure continuare diritto assecondando una sorprendente tracciolina, creata dal passaggio di animali, che taglia i menzionati pendii formanti il fianco orientale del poggio del Castello di Casola. Optando per quest’ultima soluzione, si avanza con attenzione sullo stretto e scosceso sentierino a mezza costa, raggiungendo poco più avanti il fondo di un fosso, dal quale, delle due tracce che si presentano, si sceglie quella di sinistra che risale ripidamente la soprastante scarpata. Proseguendo sull’avvincente, splendido e inedito tracciato, spesso esiguo ma dallo sviluppo estremamente logico, si va ad attraversare un secondo fosso e, dopo un tratto in cui tende a spegnersi tra vegetazione e rado bosco, ci si innesta in una carraia proveniente da Puilio di Casola. Assecondando il percorso in discesa, si effettua presto una netta svolta a destra, poco dopo la quale, al bivio che si presenta, si opta per la carraia di sinistra, che però si abbandona subito. Imboccato a sinistra un’inerbito tracciato, si penetra nella più fitta copertura boscosa, avvicinandosi ad un rio martoriato da frane. Calatosi con attenzione nel letto del corso d’acqua e guadatolo (ci si aiuta con un ramo), si volge a sinistra e si avanza in salita parallelamente al rio (in questa sezione il percorso è molto poco evidente). Innestatosi poco più in alto in una vecchia mulattiera (la continuazione del tracciato precedente interrotto dalla frana), la si asseconda a destra in salita, raggiungendo poco più avanti un’area caratterizzata da rado bosco. Proseguendo diritto/destra al bivio che qui s’incontra, si avanza in modo pianeggiante trascurando una labile traccia a sinistra, transitando appena dopo a fianco di un primo suggestivo rudere. Notando il muretto a secco che affianca la splendida mulattiera su cui, soddisfatti e onorati, stiamo camminando, si raggiunge presto un secondo rudere, in corrispondenza del quale si dipartono due tracce ricongiungentisi più in alto. Andando a destra e proseguendo diritto/sinistra al bivio che si incontra quasi subito, si varca presto un rio e, dopo una salita, si giunge nel margine di un ripiano boscoso. Il poco evidente percorso volge qui a sinistra conducendo in un fosso e, spostandosi ulteriormente a sinistra, sale in moderata pendenza fino a immettersi nell’altro tracciato. Optando invece per quest’ultimo, dal rudere s’imbocca a sinistra una ripida, ampia e trascurata mulattiera, che avanza in costante salita compiendo presto una netta curva a sinistra. Dopo le successive due svolte, al bivio (piccolo muretto a secco) che si presenta, si continua a destra e, proseguendo sulla suggestiva mulattiera con tanto di muretti a secco, ci si congiunge con l’altro percorso. Si insiste sul dimenticato tracciato, molto interessante ed evocativo, che procede in costante ma non ripida salita, attraversando un’area caratterizzata da stratificazioni e oltrepassando una breve sezione in cui la vegetazione ha colonizzato il fondo della mulattiera, comunque sempre evidente e piacevole. Nel momento in cui si aggira una costa, ci si innesta in un altro percorso e lo si asseconda in lineare ascesa, via via più ripida, incontrando e superando tratti in cui folti cespugli di ginestre hanno preso il sopravvento. Avanzando nella sponda sinistra orografica di una valletta, si effettua più in alto una netta svolta a destra (a sinistra un sentiero conduce al rio formante l’avvallamento), aggirando in questo modo un’interessante costa con stratificazioni e riprendendo subito la direzione di prima. Innestatosi in un altro percorso, lo si segue con l’ovvia direzione a sinistra verso le ormai vicine case della parte passa del nucleo di Puilio di Casola. Entrati nel borgo (740 m), si sale inizialmente su stradello splendidamente selciato e, innestatosi nel viottolo principale che attraversa la parte antica della frazione, si prosegue a destra raggiungendo presto una fontana con stradina che sale a sinistra. Si continua a destra e, usciti dall’abitato, si avanza su bella mulattiera, inizialmente affiancata dai classici muretti a secco, con andamento in piano e in lieve salita. Il percorso svolta poco dopo a sinistra e, aggirati dei costoni, oltrepassa il fondo di una valletta e scende verso Cà d’Adello, splendida casa ristrutturata situata poco sopra il Torrente Baganza. Non si raggiunge questa località, ma preso a sinistra un vecchio sentiero (un tempo segnato da CAI, come lasciano intendere gli sporadici e sbiaditi segnavia bianco-rossi sugli alberi), si valicano particolari coste e si costeggiano placche e pendii sassosi, immersi in un contesto ambientale di grande pregio e interesse. Appena dopo un poco evidente bivio con un percorso che si stacca a destra (poco più in basso è visibile il rudere di Valsone), s’incomincia una lunga e faticosa salita su sentiero che si presenta spesso scomodo e dissestato. Effettuando alcune svolte ma con sostanziale andamento verso nord-est, si attraversano più in alto dei pendii cespugliosi e, progredendo sempre in salita, seppur più dolce rispetto alla sezione iniziale, si ritorna alla località Costa di Seda. Trascurato a sinistra il sentiero, seguito all’andata, che sale verso la cima del Monte Croce, si continua su pianeggiante tracciato all’interno del bosco, ammirando più avanti, grazie ad un’apertura, una bella visuale panoramica. Al bivio che si presenta in seguito, si prosegue sul percorso di destra (vecchia indicazione del CAI per Calestano) che, perdendo decisamente quota, si innesta poco più in basso in una specie di carraia. La si asseconda a destra aggirando alcune pozzanghere prodotte dal passaggio di moto, uscendo più avanti in radure intervallate da macchie di bosco e vegetazione. Dopo una svolta a sinistra e una discesa, si raggiunge un vasto e bucolico ripiano prativo (località le Piane, 749 m), oltre il quale si entra in una bella pineta di reimpianto. Scendendo dapprima in modo lieve, poi più ripidamente e compiendo anche un paio di tornanti, si esce in seguito dal bosco e ci si dirige verso la strada per Terenzo. Appena prima, si volge nettamente a destra e si avanza su pianeggiante tracciato nell’ambito di panoramici prati, abbandonandolo non al primo ma al secondo tornante sinistrorso. Imboccato un altro percorso, ci si inoltra presto nel bosco e, nel momento in cui la carraia inizia a salire, la si lascia per sentiero a sinistra. Procedendo in modo pressoché pianeggiante in variegato ambiente boschivo, si va ad attraversare un fosso e, al bivio che si presenta appena dopo, si prosegue a sinistra in discesa. Senza incontrare bivi, si confluisce più in basso, al sommo di panoramici prati e campi, in una carraia che va seguita a sinistra verso il nucleo di Montale. Sotto a quest’ultimo, si prende a destra un altro tracciato, mediante il quale ci si inserisce poco più avanti in uno stradello asfaltato a poca distanza dall’ingresso di una casa. Scendendo a sinistra e costeggiando altre case, si rimette piede nella strada seguita all’inizio dell’escursione a poca distanza dal ponte sul Torrente Baganza. 

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