Monte Nero: anello da Selvola

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Punto di partenza/arrivo: Selvola, 993 m

Dislivello: 800 m ca.

Durata complessiva: 5,30 h

Tempi parziali: Selvola-Drusco (35 min.) ; Drusco-Provinciale della Val Nure (1,35 h) ; Provinciale della Val Nure-Monte Nero (1 h) ; Monte Nero-Sella Costazza-Prato Grande-Provinciale della Val Nure (1 h) ; Provinciale della Val Nure-Selvola (1,20 h)

Difficoltà: E+

Attrezzatura: ordinaria da escursionismo

Ultima verifica: febbraio 2020

Accesso stradale: Parma-Borgo Val di Taro-Bedonia-Ponteceno-Anzola. Da quest’ultima località si continua per la SP 81 in direzione del Passo del Tomarlo. Appena dopo il paese di Casal Porino – il cui centro vero e proprio la provinciale aggira a sinistra – in corrispondenza di una curva a sinistra, si prende a destra la strada per Selvola. Si parcheggia l’auto in un qualche spiazzo nel lato destro della carreggiata, appena oltre le ultime case del paese

mapwww.openstreetmap.org

Descrizione dell’itinerario

Spettacolare anello che si svolge per carraie e sentieri spesso non segnati o con segnaletica molto carente. La prima parte consiste, dopo aver raggiunto il paese di Drusco, nel raggiungimento della dorsale che chiude a sud la Val Lecca. Il crinale in questione è attraversato dal sentiero n° 841, la cui segnaletica lascia molto a desiderare. La stessa condizione di trascuratezza riguarda il percorso n° 821 che dalla Provinciale della Val Nure scende a Selvola.

N.B.: l’escursione è stata effettuata il giorno 20/02/2020, prima dell’emanazione delle misure restrittive inerenti al contenimento dell’epidemia da Covid-19

Da Selvola si procede per stradina asfaltata in direzione di Revoleto avanzando in lieve discesa. Oltrepassato un rio e svoltati a destra, si imbocca a sinistra una carraia in salita che teoricamente dovrebbe essere segnata dal CAI (n° 821). Dopo una svolta a sinistra, si trascura in questa direzione una traccia inerbita, raggiungendo in seguito una costa con presa dell’acquedotto (fontana a sinistra). Al crocicchio che si presenta, si ignora la carraia che sale a sinistra (CAI n° 821) proseguendo diritto per ampia traccia in discesa. Dopo aver attraversato una valletta, il tracciato si fa più infrascato e anche infossato. In corrispondenza di una svolta a destra, si trascura a sinistra un percorso in salita e si continua a perdere quota parallelamente ad un canale. Poco più in basso si entra nella frazione di Case Botti, imboccando, in corrispondenza di una fontana, una carraia a sinistra. Quest’ultima attraversa una valletta ed effettua appena dopo una netta svolta a destra riconducendo nella stradina abbandonata in precedenza. Seguiamo l’asfalto a sinistra, immettendosi successivamente in un’altra strada proveniente da Anzola. Attraversata la parte superiore del paese di Revoleto, si abbandona la strada asfaltata imboccando a destra una traccia piuttosto infrascata. Dopo il primo tratto in piano, si procede in salita a fianco di campi, avanzando parallelamente alla strada di prima. Giunti ad un bivio, si prosegue a destra per mulattiera che contorna il margine di un campo e procede parallelamente ad un rio. Dopo una breve salita, ci si immette nuovamente nella strada asfaltata appena prima del ponte che oltrepassa il menzionato corso d’acqua. Seguendo l’asfalto a destra, si transita poco dopo a fianco di un curioso gendarme ofiolitico con Madonnina, attraversando successivamente un altro rio. Dopo una salita in cui si costeggiano degli interessanti muretti a secco, si entra nella frazione di Drusco952 m, passando inizialmente a fianco della chiesa di Santa Maria Assunta. Raggiunto il centro del piccolo abitato, proprio di fronte ad una cappella si stacca a sinistra una carraia: la imbocchiamo, uscendo in questo modo dalla frazione. Contornando il margine di un campo, si compie una curva a destra ammirando alla nostra sinistra esemplari di vecchi muretti a secco. Si continua a guadagnare quota in direzione nord ai lati di prati recintati, transitando a fianco di una specie di lavatoio in cemento. Penetrati nel bosco, si sale piuttosto ripidamente per ampia traccia, fino ad incontrare un bivio. Imboccato il percorso di destra, si avanza prima in lieve discesa e poi in piano, progredendo nella sponda destra orografica della valle formata dal Rio Scese. Appena dopo aver varcato quest’ultimo, si presenta un altro bivio da cui si prende il tracciato di sinistra, compiendo subito una netta svolta in questa direzione. Al successivo bivio, situato nei pressi di un’ampia area disboscata che si accompagnerà per un tratto, si prosegue a sinistra procedendo parallelamente al canale formato da un corso d’acqua. Si sale ripidamente, costeggiando più in alto la menzionata area disboscata, fino a compiere una netta svolta a sinistra in corrispondenza della quale si trascura a destra una traccia inerbita. Dopo un tratto in sostenuta salita a fianco dell’area di prima, si rientra finalmente nel bosco. Si prosegue per mulattiera assecondando per una breve sezione il dorso di una poco accennata costa, piegando poi a destra. Il tracciato in seguito svolta a sinistra sdoppiandosi per un breve tratto, virando successivamente a destra. Poco più in alto si transita nei pressi di splendidi e centenari esemplari di faggio che arricchiscono notevolmente il patrimonio boschivo in cui ci troviamo. Il percorso, poi, riprende a salire ripidamente, effettuando alcune svolte (in corrispondenza di una curva a sinistra, si trascura una labile traccia che prosegue diritto). Dopo aver costeggiato il margine destro di una radura arbustiva, si rientra nel bosco sbucando poco più in alto in un’altra e più ampia radura. Attraversata quest’ultima restando più o meno nei pressi del suo margine destro, ci si immette nel percorso n° 841 che asseconda la dorsale che chiude a sud/sud-ovest la Val Lecca. Si segue questo tracciato a sinistra attraversando inizialmente una macchia boscosa, uscendo successivamente nell’ambito di altre radure arbustive. Dopo un tratto in lieve discesa si rientra nel bosco (segnavia) e si riprende a salire trascurando subito una traccia a destra. Si procede effettuando qualche svolta, restando più o meno nei pressi del boscoso crinale, avanzando prima in salita poi in piano. Dopo una breve discesa e un paio di svolte si costeggia il margine superiore di un’ampia area disboscata. Successivamente si riprende a salire in direzione di un poggio boscoso (il Monte Cucco), piegando prima a destra e poi a sinistra. Compiendo una curva a destra, si incomincia ad attraversare un’area di rado bosco, virando poco dopo a sinistra. Una netta curva a destra precede una ripida salita mediante la quale si rimette piede sul dorso del boscoso crinale (segnavia). Si prosegue per esso, o nei suoi pressi, ammirando in un tratto una notevole visuale del Monte Ragola. Il tracciato prosegue assecondando il filo della dorsale avanzando in lieve discesa e in piano, per poi riprendere a salire. Più avanti si attraversa un’ampia area disboscata procedendo parallelamente ad una recinzione e ad un’altra traccia situate alla nostra destra. Ricongiuntisi con l’altro percorso nell’ambito di radure arbustive, al bivio che si presenta si prosegue a sinistra oltrepassando una specie di cancello. Si avanza per carraia avendo a destra il filo del crinale, attraversando un’altra area disboscata. Dopo un tratto in piano in cui si procede parallelamente ad una traccia, si incontra un bivio dal quale si continua a sinistra. Il percorso riprende a salire svoltando subito a destra, conducendo in una radura. Si ricomincia a guadagnare quota contornando il margine di un’area di bosco rado, rientrando successivamente nella vegetazione. Al bivio che si incontra in seguito, si tiene la destra (segnavia), continuando ad avanzare in salita piuttosto sostenuta. Giunti nei pressi di un rio, si compie una svolta a sinistra costeggiando delle conifere, immettendosi successivamente in una carraia. La si segue a destra procedendo poco dopo ai piedi di un groppo boscoso con grossi massi, proseguendo diritto al bivio che si presenta. Attraversato un suggestivo rio, si sale ripidamente effettuando, in corrispondenza di alcune conifere, una brusca curva a sinistra. Si procede assecondando il dorso di una costa, avanzando successivamente tra rado bosco. Dopo un’ultima salita ci si immette nella SP 645R (Provinciale della Val Nure), proprio di fronte ad una fontana. Si segue l’asfalto a destra solo per poco, imboccando, appena dopo aver attraversato un rio, una carraia che sale a sinistra. Dopo il primo tratto in cui si guadagna quota parallelamente al menzionato corso d’acqua, si vira a destra continuando a salire piuttosto ripidamente. Valicato il dorso di una costa, si prosegue più comodamente costeggiando una radura con cespugli di pini mughi autoctoni (peculiarità della zona). Si prosegue per il tracciato, che in un tratto diviene piuttosto labile, avanzando in piano e lieve/moderata salita. Attraversato un ruscello, si costeggia una seconda radura con altri interessantissimi esemplari di pino mugo. Si prosegue in lieve salita, con un singolo strappo più ripido, per traccia sassosa, piegando poi a sinistra (paletto con segnavia). Attraversate delle radure arbustive e rientrati nella splendida faggeta, si procede prima in lieve discesa e poi in piano/leggera salita. Raggiunto un bivio (paletto con cartelli), si prende a sinistra il percorso n° 003 per la cima del Monte Nero. Si tratta di un tracciato molto logico e ben segnato che asseconda costantemente la dorsale nord-est della montagna. Dopo la prima erta sezione all’interno della faggeta, si prosegue meno ripidamente avendo sempre come direttrice l’ampio dorso del crinale. Prestando attenzione ai segnavia, si continua per tracciolina “intagliata” tra cespugli di pini mughi, passando a fianco di suggestivi massi. Trascurato a sinistra il percorso n° 821a che scende verso la Tana di Monte Nero, si prosegue per la dorsale guadagnando la stupenda cima del Monte Nero1752 m. Dopo una meritata sosta, si inizia la discesa che avviene per il crinale sud-ovest della montagna, di grande interesse geologico e panoramico. Il percorso asseconda inizialmente il filo della dorsale, eccetto un breve tratto in cui si sposta a destra. Più in basso si discende un ripido canalino roccioso (la roccia è serpentinite, molto rara nell’ambito dell’Appennino parmense) aiutandosi, eventualmente, con un cordino d’acciaio. Si prosegue successivamente pressoché in piano tenendosi sulla destra del filo di cresta, gustando le peculiarità di un ambiente di grande pregio naturalistico. Raggiunta una selletta, si inizia a salire alla volta della sommità di una quota secondaria ammantata da cespugli di pini mughi. Dalla cima si prosegue per cresta panoramica e aggirate a destra alcune rocce si guadagna il sommo di un altro poggio. Dopo una discesa in cui ci si tiene inizialmente a destra del filo della dorsale, si mette piede in un’ampia sella iniziando successivamente la risalita di un altro dosso di cresta. Dalla sommità di quest’ultimo, si scende al sottostante, magnifico pianoro della Sella Costazza1677 m, importante crocevia di sentieri. Da qui ci si sposta a sinistra oltrepassando una recinzione, scendendo mediante ampia traccia (percorso CAI n° 821), inizialmente all’interno della faggeta, all’ampio pianoro di Prato Grande1640 m. Si attraversano i prati in direzione sud puntando ad un rifugio nei cui pressi si trova la partenza di una triste sciovia in disuso da decenni. Proseguendo per il percorso segnato, ci si dirige, piegando a sinistra e contornando il margine sinistro del pianoro, verso il limite del bosco. Messo piede sul dorso di una costa all’interno della faggeta, ci si inserisce in un’ampia traccia che si segue a destra. Si prosegue comodamente per questo percorso che procede in direzione sud-est/sud all’interno di uno splendido ambiente boschivo. Più avanti si scende parallelamente ad un solco situato alla nostra sinistra e attraversato quest’ultimo si effettua una contropendenza. Dopo una discesa e prima della successiva risalita, si abbandona l’ampia traccia prendendo a destra (segnavia) un sentiero. Si compiono inizialmente alcune svolte per poi perdere quota in modo lineare fino a mettere piede nella Provinciale della Val Nure. Si segue l’asfalto a destra per poco e nell’altro lato della carreggiata si imbocca una carraia, inizialmente chiusa da un cancello, che costituisce la continuazione del percorso n° 821. Effettuata un’ampia curva a destra in cui si contorna il margine di una radura con arbusti, si penetra nel bosco. Qui si compie subito una netta svolta a sinistra, iniziando in questo modo a procedere in direzione ovest. Al primo bivio, si trascura a destra una traccia (segnavia assenti) e si prosegue per il percorso principale che curva a sinistra. Si continua per la carraia in lieve salita, notando, prima di attraversare la valletta formata da un rio, uno sbiaditissimo segnavia apposto sul tronco di un albero situato alla nostra destra. Raggiunta più avanti un’area disboscata, si prosegue diritto, trascurando a destra una traccia che si perde quasi subito. Il percorso effettua poco dopo una curva a destra (più in alto a sinistra è ben visibile un suggestivo groppo roccioso) che precede una svolta a sinistra e l’attraversamento, mediante ponte, di un rio. Raggiunto più in basso un ripiano (appena prima, segnavia a sinistra), si presenta un bivio da cui si deve proseguire a destra. Dopo una discesa in cui si transita a fianco di massi con muschio, si varca un suggestivo rio continuando poi in lieve salita nella sponda opposta. Al bivio che si presenta successivamente, si trascura a destra una traccia (segnavia), continuando per l’ampio e comodo percorso segnato. Raggiunto il margine sinistro di un ripiano boscoso con blocchi rocciosi, un provvidenziale segnavia ci guida a sinistra, trascurando in questo la traccia di destra che avremmo istintivamente scelto. Si perde ripidamente quota svoltando prima a sinistra poi compiendo un tornante destrorso. In corrispondenza di quest’ultimo, si può con breve digressione raggiungere il sommo di un groppo roccioso che regala notevoli visuali panoramiche. Proseguendo per il percorso principale, si attraversa poco più in basso un’area di rado bosco, rientrando successivamente nella vegetazione. Appena dopo un segnavia ci si immette in un’altra carraia con profondi solchi che si segue a sinistra. Si perde quota lungo questo tracciato compiendo un paio di tornanti, raggiungendo e attraversando un’area di rado bosco. Dopo una svolta a sinistra, nei pressi di un poggetto, il percorso curva a destra e sale per un breve tratto. Più avanti si attraversa un ruscello e si lambisce un’area disboscata, uscendo successivamente in radure arbustive. Ammirando il caratteristico gendarme roccioso che abbiamo di fronte, si raggiunge un incrocio da cui si prosegue diritto per carraia che piega subito a sinistra. Più in basso, nei pressi di un suggestivo rio, ci si immette in un altro tracciato il quale confluisce subito in un percorso che, seguito a sinistra, attraversa il corso d’acqua. Noi lo assecondiamo a destra, procedendo parallelamente al rio e ad una dorsale il cui punto culminante è caratterizzato dal gendarme roccioso notato in precedenza. Dopo una svolta a destra, nel momento in cui si valica il filo della menzionata dorsale, si presenta un bivio da cui si prosegue a destra. Si perde quota per bella carraia costeggiando panoramiche radure arbustive con massi erratici. Rientrati nel bosco, si perde quota piuttosto ripidamente notando a terra una sorta di selciato (potrebbe trattarsi di una vecchia mulattiera), contornando più in basso una bucolica radura. Congiuntisi con un altro tracciato, si prosegue in piano per poi riprendere a scendere costeggiando le radure di prima. Più avanti si inerisce da destra un altro percorso e dopo un’ultima discesa tra radure arbustive si ritorna all’incrocio incontrato all’inizio dell’escursione. Seguendo a ritroso lo stesso tragitto effettuato all’andata si rientra a Selvola. 

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Dente delle Ali: Via Normale

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Punto di partenza/arrivo: Passo dello Zovallo 1409 m

Dislivello: 550 m ca.

Durata complessiva: 4,30/5 h

Tempi parziali: Passo Zovallo-Lago Nero (45 min./1,00 h) ; Lago Nero-Bivacco Sacchi (40-45 min.) ; Bivacco Sacchi-Dente delle Ali-Bivacco Sacchi (30 min. ca.) ; Bivacco Sacchi-Ferrata Mazzocchi al Groppo delle Ali (45 min. ca.) ; Groppo delle Ali-Monte Nero (1,00 h) ; Monte Nero-Passo dello Zovallo (45 min. ca.)

Difficoltà: Dente delle Ali (PD, III°max, esposto) ; Ferrata Mazzocchi: (EEA media difficoltà) ; Monte Nero: (E/E+ escursionistico)   

Attrezzatura: ordinaria da arrampicata (Dente delle Ali) ; ordinaria da ferrata (Mazzocchi)

Ultima verifica: agosto 2014 (foto: agosto 2011)

Accesso stradale: Parma-Borgo Val di Taro-Bedonia-Ponteceno-Anzola-Passo Zovallo ; Piacenza-Podenzano-Ponte dell’Olio-Bettola-Farini-Ferriere-Selva-Passo dello Zovallo

Descrizione dell’itinerario

La combinazione Dente delle Ali-Ferrata Mazzocchi-Monte Nero (con punto di partenza e arrivo localizzato al Passo dello Zovallo) rappresenta uno degli itinerari più avvincenti e completi di tutto l’Appennino emiliano.

Qui trovate la relazione dell’anello Ferrata Mazzocchi-Monte Nero

DENTE DELLE ALI:

map (1)www.openstreetmap.org

 

La Via Normale al Dente delle Ali consta di due brevi lunghezze di corda e le difficoltà non superano il III°.

Dal bivacco puntiamo alla base del dente giungendo all’inizio dell’evidente fessura-camino posta sulla destra rispetto il corpo principale della guglia. Iniziamo l’arrampicata superando dapprima un liscio diedrino di pochi metri (III°), entrando successivamente nella fessura-camino. La scaliamo in opposizione (III°) e ne usciamo a destra. Continuiamo per rocce giungendo all’esposta forcella che separa il dente a sinistra da altri gendarmi rocciosi a destra (chiodo con anello di calata). Dalla forcella ci si dirige verso la verticale parete del dente e si attraversa espostamente a destra oltrepassando uno spigolo. Dopo un paio metri, si scala la bella e lavorata parete in forte esposizione (III°- ; spit ; molto bello). Giunti ad un esposto terrazzino con spit e catena, possiamo raggiungere la sommità per facili placchette sulla destra. E’ anche possibile continuare lungo la sovrastante crestina, spostandosi, nella parte finale di essa, leggermente a sinistra rispetto il suo filo (II°/II°+ ; roccia non buona ; nessun chiodo). Dall’esile sommità scendiamo lungo facili placchette con andamento verso destra (faccia a valle), facendo ritorno all’esposto terrazzino con spit e anello di calata. Con una singola doppia di 25 metri ca. ritorniamo alla base.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Via Ferrata Luigi Mazzocchi Al Groppo delle Ali e Monte Nero

 

Punto di partenza/arrivo: Passo dello Zovallo 1409 m

Dislivello: 500 m ca.

Durata complessiva: 4 h

Tempi parziali: Passo dello Zovallo-Lago Nero (45 min) ; Lago Nero-Bivacco Sacchi (40 min) ; Bivacco Sacchi-Ferrata Mazzocchi al Groppo delle Ali (45 min) ; Groppo delle Ali-Monte Nero (1,00 h) ; Monte Nero-Passo dello Zovallo (45 min) 

Difficoltà: EEA, media difficoltà (B) con qualche passaggio più impegnativo (B/C) la Via Ferrata Mazzocchi ; E/E+ la restante parte dell’itinerario 

Attrezzatura: ordinaria da ferrata

Ultima verifica: luglio 2015; giugno 2022

Accesso stradale: Parma-Borgo Val di Taro-Bedonia-Ponteceno-Anzola-Passo dello Zovallo ; Piacenza-Podenzano-Ponte dell’Olio-Bettola-Farini-Ferriere-Selva-Passo dello Zovallo 

 

map (4)www.openstreetmap.org

 

Descrizione dell’itinerario 

Splendido anello in luoghi di grande importanza a livello naturalistico. La Ferrata Luigi Mazzocchi, installata nel 1979 con aggiunte effettuate nel 2005 e 2009, è complessivamente di media difficoltà, ma presenta alcuni passaggi non banali che richiedono un certo impegno.  

Imboccato l’evidente sentiero n° 001, si guadagna inizialmente quota per dorsale boscosa, raggiungendo più in alto il bivio con il sentiero n° 003 che risale il crinale nord-est del Monte Nero. Continuando per il n° 001, si inizia un lungo tratto in cui si procede pressoché in quota immersi in un ambiente boschivo di impareggiabile bellezza, impreziosito dalla presenta di pini mughi autoctoni (rarissimi a livello appenninico). Appena dopo il bivio con il percorso n° 005 proveniente da Selva di Ferriere, si raggiunge un altro bivio dove il sentiero n° 001 volge a sinistra verso il Lago Nero. Il percorso procede quasi sempre in lieve salita e presenta un fondo costituito da massi di serpentinite. Costeggiato il margine destro di un’ampia e panoramica torbiera, si rientra nella copertura boscosa caratterizzata ancora da faggi, mentre più in alto, ormai in prossimità del Lago Nero, prendono il sopravvento i pini mughi. Raggiunto lo splendido specchio d’acqua di origine glaciale – 1541 m – si procede contornando la sua sponda nord-occidentale, rientrando poi nel bosco di faggi. Si sale lievemente e, lasciato sinistra il percorso n° 001 per Sella Costazza, si inizia a perdere quota ammirando belle visuali sulla Val Nure. Più in basso ci si innesta in un altro tracciato e verso sinistra si raggiunge una radura con ruscello in località Fontana Gelata. Da qui si prende a sinistra il percorso n° 007 per il Bivacco Sacchi e il Monte Bue, procedendo inizialmente a fianco del menzionato ruscello. Attraversatolo, si incomincia a guadagnare quota sempre più ripidamente costeggiando alcuni ciclopici massi. Avvicinandosi alla parete nord-occidentale del Dente delle Ali, si raggiunge infine la magnifica conca in cui è situato il Bivacco Sacchi, 1600 m. Da qui, trascurato il percorso che sale verso il Monte Bue, si giunge, mediante un sentiero poco evidente che procede in piano e in discesa, poco sotto l’attacco della Via Ferrata Luigi Mazzocchi. 

A (facile) – B (media difficoltà) – C (difficile) – D (molto difficile) – E (estremamente difficile) 

Si scala inizialmente un facile canale obliquo a sinistra (A) e dopo un brevissimo passaggio più ripido per fessura (A/B) si intraprende un esposto traverso a destra servito da cavo e catena. Ai primi metri piuttosto agevoli (B) fa seguito un tratto ascendente abbastanza impegnativo che richiede una certa trazione sulle attrezzature (B/C). Giunti ai piedi di un canale verticale, lo si supera abbastanza agevolmente utilizzando una particolare scaletta (B), affrontando poi un appigliato canale/diedro (A/B) che segna il termine di questa prima sezione di ferrata. Dopo un breve trasferimento per ripido sentiero a serpentine, inizia una nuova sezione attrezzata che costituisce un’aggiunta rispetto al percorso originale. Aggirati a destra alcuni spuntoni, ci si impegna con una paretina strapiombante (la faccia destra di un diedro) la cui scalata risulta, nonostante la presenza di staffe, piuttosto faticosa (B/C). Superato il successivo breve e divertente muretto agevolato inizialmente da staffe (A/B), si raggiunge il bivio con la via di fuga. Il percorso attrezzato continua a destra ed effettua un facile traverso su placche (A) che precede un tratto in cui la fune serve solo da corrimano. In breve si arriva al bivio tra la variante impegnativa (a sinistra) e il percorso originale (a destra). Optando per la prima possibilità, dopo la prima ascesa su rocce ripide ma dotate di ottimi appoggi (B), si effettua un traverso a destra progressivamente più impegnativo (B/C). L’aggiramento di uno spigolo è il punto più difficile di questo tratto, in quanto gli appoggi sono decisamente scarsi (C). Messo piede in un canale/camino, ci si congiunge con il percorso originale e mediante scala si supera agevolmente (A) la verticale parete destra del solco. Effettuato un non facile traverso su placca (B/B+), ci si dirige verso la parete d’uscita, facilitata, nella prima sezione, da una lunga ed esposta scala (A+). Oltre quest’ultima, si supera un liscio canalino (A/B) cui fa seguito una divertente placchetta (B). Giunti sotto il muretto finale, lo si scala direttamente (due cavi affiancati, di cui quello di sinistra arrugginito e poco affidabile) sfruttando gli ottimi appigli e appoggi presenti (B/C). Conquistata l’ampia e poco accennata sommità del Groppo delle Ali, 1698 m, seguiamo i ben posizionati segnavia bianco-rossi, facendo attenzione a non imboccare il percorso che scende verso il Bivacco Sacchi, ma proseguendo in direzione del Monte Bue. Il sentiero, dopo una sostenuta salita all’interno del bosco, confluisce in una carraia alla base dei ripidi prati che precedono la sommità, purtroppo alquanto deturpata da impianti sciistici, del Monte Bue (indicazioni). Lasciando quest’ultimo a destra, si continua per l’ottimo sentiero n° 001 che dopo un tratto pianeggiante inizia a perdere quota tra vegetazione molto variegata. Approdati all’ampio, magnifico ripiano di Sella Costazza, 1677 m, si abbandona il segnavia n° 001 che si dirige verso Lago Nero e si trascura a destra il n° 821 per Prato Grande, proseguendo invece diritto verso l’evidente crinale sud-ovest del Monte Nero (n° 003). Il sentiero, dopo aver superato una prima dorsale prativa, inizia a percorrere una magnifica cresta caratterizzata da risalti di serpentinite e cespugli di pini mughi. Ammirando superlative visuali sul sottostante altopiano di Prato Grande, si lambisce la sommità di una prima cima del lungo crinale, perdendo poi quota per un breve tratto. Ripresa la salita, si aggirano alcuni verticali risalti rocciosi (è presente un cordino d’acciaio che aiuta a superare un ripido canalino) tenendosi nel versante settentrionale della montagna. Dopo un’ultima agevole ascesa, si conquista la sommità del Monte Nero, 1752 m, caratterizzata da una croce e da un grandioso panorama. La discesa che avviene lungo il crinale nord-est della montagna (dopo pochi minuti dalla cima si trascura a destra il percorso che scende verso Tana del Monte Nero e Prato Grande) che si presenta nella prima sezione ammantato da pini mughi nonché cosparso da massi di serpentinite, mentre più in basso è ricoperto dal consueto (a livello appenninico) bosco di faggi. Innestatosi in un’ampia traccia (cartelli), si prosegue a sinistra assecondando il percorso segnato che, spostandosi successivamente a destra e procedendo per un tratto in piano, ricomincia poi a scendere. Dopo alcune svolte, si confluisce nel sentiero n° 001 a poca distanza dal Passo dello Zovallo. 

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