Monte Caio: anello da Agna

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Punto di partenza/arrivo: Agna 803 m

Dislivello: 850 m ca.

Durata complessiva: 4,45/5 h

Tempi parziali: Agna-Grande Faggio (1,15 h) ; Grande Faggio-Monte Caio (1 h) ; Monte Caio-Armanetti-Ballone (1,45 h) ; Ballone-Agna (40 min)

Difficoltà: E (EE un breve passaggio)

Attrezzatura: ordinaria da escursionismo

Ultima verifica: ottobre 2018

Riferimento bibliografico: Daniele Canossini – LE VALLI DI PARMA E L’ALTA LUNIGIANA – l’Escursionista 2002 (pagg. 159-163)

Accesso stradale: Parma-Langhirano-Pastorello-Ghiare. Giunti al bivio con la SP 116, si prosegue diritto lungo la SP 13 in direzione di Corniglio. Oltrepassata la località Migliarina e poco prima del ponte sul Torrente Bratica, si imbocca a sinistra una strada che, passando per Villula, conduce ad Agna 

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Descrizione dell’itinerario 

Notevole anello che permette un’esaustiva conoscenza dei versanti Parma e Bratica del Monte Caio. 

Ripercorsa per un tratto la strada da cui siamo arrivati in auto, si imbocca a sinistra (indicazione del percorso CAI n° 737A) uno stradello in direzione di Tufi d’Agna. Si guadagna quota trascurando una carraia che si stacca a destra, progredendo poi in sostenuta pendenza per stradello cementato. Optando per il percorso di sinistra al bivio che si incontra più in alto, si sale costeggiando il margine destro di un ampio campo e dopo una svolta a sinistra si raggiunge un rio. Varcato il corso d’acqua, si volge repentinamente a destra avanzando all’interno del bosco, incontrando più avanti un altro bivio da cui si prosegue a sinistra. Usciti dalla copertura boscosa, si procede assecondando il sommo del pendio che costituisce la sponda sinistra orografica del Rio del Borello, il cui letto è sconvolto da frane. Guadato il corso d’acqua, si trascura poco più avanti una traccia che sale a destra (segnavia sul tronco di un albero a sinistra) e si insiste per il percorso segnato che avanza con andamento pressoché pianeggiante. Varcato anche il Rio d’Agna, si sale effettuando un paio di tornanti, raggiungendo più in alto un bivio. Si prosegue a destra (segnavia) guadagnando quota in modo piuttosto sostenuto ma in ambiente di grande fascino e interesse. Dopo una svolta a sinistra, si avanza in direzione NE ed effettuato un tornante destrorso si raggiunge una costa con bivio. Si continua a destra procedendo per un tratto in ripida salita, compiendo poi una svolta a sinistra che precede un ulteriore bivio. Optando per il percorso di destra, si procede in piano/falsopiano all’interno di un magnifico ambiente boschivo, fino a raggiungere l’ennesimo bivio (freccia segnaletica). Si prosegue a destra trascurando poco più avanti una traccia delimitata da un cancello che si stacca a sinistra. Continuando a guadagnare quota in moderata pendenza, si guadagna infine il crinale Groppo d’Agna-Monte Nocellara. Qui il percorso volge a destra e procede a fianco di radure in cui si nota un capanno con fontana, situato in corrispondenza di quello che nelle mappe è indicato come Monte Nocellara, 1211 m. Ci si immette poi in un’ampia traccia che si segue a destra rientrando nel bosco, proseguendo a sinistra al bivio che si incontra. Optando per il ramo di destra nel momento in cui il percorso sembra sdoppiarsi, si sale lungo un filare di faggi costeggiando a destra una radura arbustiva e a sinistra i pascoli di Predalara. Raggiunto un bivio (paletto con cartelli), si abbandona temporaneamente il percorso n° 737A e andando a sinistra ci si dirige verso il “Grande Faggio”. Si attraversa inizialmente un magnifico ripiano prativo e al primo bivio si prende la traccia di destra (paletto/segnavia). Procedendo in piano/leggera discesa, si raggiunge in pochi minuti lo splendido pianoro nel cui margine meridionale è situato lo scultoreo, monumentale “Grande Faggio”. Quest’ultimo, che raggiunge l’altezza di 35 m e possiede la veneranda età di circa 250 anni, è uno dei più importanti esemplari di faggio a livello non solo nazionale ma europeo. Dopo una necessaria sosta (verrebbe voglia di trascorrere tutta la giornata in questo luogo veramente straordinario), si ritorna al bivio di prima da cui si prosegue lungo il percorso n° 737A in direzione della sommità del Monte Caio. Si asseconda inizialmente un’ampia traccia che poco dopo si interrompe a causa di una grande frana che ha interessato questa sezione di montagna. Orientandosi con i segnavia, ci si sposta a sinistra e si sale ripidamente, mettendo successivamente piede in una traccia che si segue a destra. Raggiunto il bordo della frana, si piega prima a sinistra e poi subito a destra, oltrepassando un filo spinato. Lasciandosi guidare dai segnavia, si prosegue su labile traccia attraversando o passando a fianco di sezioni di terreno interessate da smottamenti. Raggiunta una costa boscosa, si continua diritto (segnavia non molto evidenti), attraversando successivamente una bella e panoramica pietraia. Il percorso vira appena dopo a destra e scende ripidamente per il pendio boscoso, conducendo prima in un piccolo ripiano, poi, dopo una discesa, nella storica mulattiera interrotta dalla frana. Si segue il tracciato a sinistra e, oltrepassato un cancello, si incontra un bivio dal quale i segnavia bianco-rossi del percorso n° 737A indicano di virare a destra. Li assecondiamo attraversando il letto asciutto di un rio, notando alla nostra sinistra una radura. Immessosi nella traccia abbandonata in precedenza, si raggiunge poco più avanti un ripiano con arbusti che si contorna sulla destra. Dopo una salita, guadagnata una costa, si presenta un bivio (indicazioni) da cui si continua per il sentiero che sale a sinistra, che a sua volta costituisce la prosecuzione del segnavia n° 737A. La traccia avanza inizialmente diritto per poi virare a sinistra procedendo sulla destra di un solco. Poco dopo si volge a destra fino a giungere nei pressi di una piazzola dove si svolta repentinamente a sinistra (segnaletica rifatta di recente). Si prosegue in piano/leggera salita orientandosi con i ben posizionati segnavia, virando poi a destra e risalendo un pendio boscoso caratterizzato da alcuni massi. Giunti in corrispondenza di un avvallamento prativo, la traccia piega a destra e avanza tenendosi nei pressi del limite della vegetazione. Dopo aver attraversato una macchia boscosa, si esce in belle radure e si varca un solco, curvando appena dopo a sinistra. Sbucati in un’altra splendida radura, la si risale costeggiando il suo margine sinistro, tenendosi nei pressi del limite del bosco (segnavia). Si piega successivamente a destra verso il margine della faggeta, penetrando in essa dopo aver effettuato delle piccole svolte. Oltrepassata una recinzione con filo spinato, si raggiunge un bivio (paletto con cartelli) dove ci si innesta nel sentiero n° 737B. Lo si segue a sinistra affrontando subito una ripida salita, proseguendo poi su pendenze più lievi lungo i pendii che digradano dalla sommità del Caio. Dopo un’ultima salita, si guadagna la dorsale sommitale della montagna e la si asseconda a destra raggiungendo in breve la cima del Monte Caio, 1580 m, caratterizzata da un cippo dedicato all’agronomo Fabio Bocchialini e da un curioso cannocchiale. Dopo una meritata sosta al fine di gustare lo splendido panorama a 360°, ritorniamo sui nostri passi fino al sottostante bivio con il percorso n° 737A da cui siamo venuti e che trascuriamo. Si prosegue invece diritto lungo il segnavia n° 737B, uscendo più in basso dalla vegetazione in corrispondenza di un panoramico crinale roccioso. Qui il percorso volge repentinamente a sinistra e discende una ripida balza sfruttando una sorta di canalino (passaggio, quest’ultimo, classificabile come EE). Recuperato il caratteristico crinale formato dal tipico flysch del Monte Caio, si approda poco più in basso in una carraia. La seguiamo diritto verso S. Matteo e, nel momento in cui effettua un tornante destrorso, l’abbandoniamo temporaneamente continuando per sentiero che scende ripido lungo il bordo di una dorsale. Ricongiuntisi con il tracciato di prima, si avanza per un breve tratto in salita fuori dal bosco, per poi ripiombare in esso e procedere a fianco di interessanti affioramenti del flysch. Trascurata a sinistra la carraia che conduce all’eremo di San Matteo, si continua per il percorso di crinale che, uscendo dal bosco, offre notevoli visuali panoramiche sull’Alpe di Succiso e il Monte Ventasso. Appena dopo si giunge in località Fornace, 1434 m, dove si incontra un bivio con una carraia che si stacca a destra (freccia direzionale con scritto Ballone). L’imbocchiamo procedendo in lieve discesa in bell’ambiente boschivo che progressivamente assume le fattezze di una dorsale. Usciti dalla copertura boscosa, si inizia a percorrere un ampio crinale prativo, quotato 1402 m e denominato “Gli Armanetti”, gustando superlative visuali (sulla destra si nota una stilizzata maestà). La comoda carraia rientra progressivamente nel bosco e mantiene ancora per un tratto la direttrice rappresentata dalla dorsale, ma ad un certo punto volge repentinamente a destra e scende mediante svolte e tornanti in un contesto ambientale di grande interesse. Al bivio che si incontra in corrispondenza di un’area disboscata, si prosegue a sinistra, optando per la stessa direzione – ed allungando forse il percorso nel suo complesso – al successivo bivio. Poco più avanti si valica una dorsale (la stessa che abbiamo abbandonato in precedenza) e si perde quota piuttosto ripidamente effettuando alcuni tornanti. Raggiunto un bivio con fonte/abbeveratoio, trascurata a sinistra una carraia, si sceglie il percorso di destra diretto a Ballone. Si continua lungamente per l’ottimo tracciato, costeggiando splendide radure ed effettuando diverse svolte. Immessosi molto più avanti in una sterrata, ci si innesta appena dopo in una stradina (maestà a destra) in corrispondenza di un bivio. Si prosegue a destra entrando nel bel nucleo di La Costa, attraversandolo in corrispondenza di una vecchia corte. Usciti verso sinistra dalla piccola frazione, si continua per ampia traccia che scende lungo il margine superiore di panoramici campi. Entrati poco dopo nel paese di Ballone, 818 m, e raggiunta la Chiesa di San Ciriaco, ci si innesta in uno stradello. Lo si segue a destra transitando a fianco di un campo sportivo e di una casa, dirigendosi verso una boscosa valletta. Attraversato il rio che la forma, si sale per poco fino a raggiungere il nucleo denominato Tre Re, 820 m. Oltre quest’ultima località (cartello in legno con scritto “Piana del Lago”), si continua per carraia costeggiando splendidi campi e procedendo a saliscendi. Raggiunto un bivio con capannone agricolo (indicazione per Agna), si opta per il tracciato di destra che avanza in costante salita all’interno di uno splendido ambiente boschivo. Più avanti si costeggia la base di un caratteristico dirupo (si tratta della frana che decenni fa ha interessato il Monte Castello) e, superata una ripida salita, si rientra nella copertura boscosa. Aggirata una costa, si procede in discesa contornando il margine inferiore di una radura. Continuando per il percorso principale, ci si immette dopo alcuni minuti nello stradello percorso all’andata, mediante il quale si ritorna ad Agna (bellissimo nucleo meritevole di una visita). 

VERSIONE STAMPABILE (PDF)

Il paese di Agna
Lungo l’ampia traccia contrassegnata n° 737A
L’attraversamento del Rio d’Agna
Il percorso presenta numerosi bivi
Fontana nei pressi del Monte Nocellara
Le radure di Predalara
Il Grande Faggio
Si tratta di uno dei più importanti e longevi esemplari di faggio a livello nazionale
Quando il percorso n° 737A si interrompe per frana, assecondiamo costantemente i segnavia bianco-rossi, aggirando in questo modo l’ostacolo
Più avanti si attraversa una bella pietraia
Ripreso lo storico percorso, si oltrepassa un cancello
Si raggiunge in seguito il dorso di una costa
Lungo il sentiero n° 737A all’interno di un magnifico ambiente boschivo
Poco più in alto il sentiero svolta a destra e costeggia un piccolo avvallamento prativo
Successivamente si sale contornando il margine sinistro di una bella e ampia radura
Lungo la stupenda dorsale sommitale del Caio
Panorama dalla cima del Caio
Il cippo dedicato a Fabio Bocchialini
Il bel crinaletto roccioso che si discende assecondando il segnavia n° 737B
Lungo la carraia contrassegnata n° 737 che si abbandona temporaneamente nel momento in cui effettua un tornante destrorso
Bella visuale sulla radure che ospitano l’eremo di S. Matteo
Dopo il bivio con la carraia che a sinistra conduce all’eremo, si procede a mezza costa ammirando splendide visuali panoramiche
Raggiunta la località Fornace, si abbandona il percorso n° 737 e si prende a destra una carraia in direzione di Ballone
Lungo la magnifica dorsale prativa degli Armanetti
Il luogo in cui ci troviamo ha pochi eguali in tutto l’Appennino parmense
Giunti in corrispondenza di un’area disboscata, si prende la traccia di sinistra
I bellissimi campi che si costeggiano prima di giungere a Costa di Ballone
Il nucleo di Costa
Il paese di Ballone
Al centro delle foto si nota Casa Beveroni e sullo sfondo la dorsale Parma/Baganza
Il dirupo che si costeggia seguendo l’ampia mulattiera che riconduce a Tufi d’Agna
Lungo la bella mulattiera in direzione di Tufi d’Agna