
Punto di partenza/arrivo: Ponte del Cogno, 983 m
Dislivello: 850 m ca.
Durata complessiva: 5,45/6 h
Tempi parziali: Ponte del Cogno-strada Lagoni (1,30 h) ; strada Lagoni-Monte Brusà (1,50 h) ; Monte Brusà-Lago Santo (1 h) ; Lago Santo-Ponte del Cogno (1,30 h)
Difficoltà: EE
Attrezzatura: ordinaria da escursionismo
Ultima verifica: ottobre 2021
Accesso stradale: Parma-Langhirano-Pastorello-Bosco di Corniglio. Il Ponte del Cogno è situato a due chilometri circa da Bosco, lungo strada d’accesso alla località Cancelli

Descrizione dell’itinerario
Notevole e completa proposta escursionistica alla scoperta di una delle più suggestive aree dell’Alta Val Parma. Qualche problema di identificazione si riscontra nel tratto Torrente Parma di Badignana-sentiero n° 721B. Inoltre si propone una salita fuori sentiero nel tratto Padule di Badignana-Fontana del Vescovo. Un’ultima annotazione riguarda il crinale sud-est del Monte Brusà, il cui sentiero che lo percorre, pur essendo segnato, risulta in alcune sezioni poco evidente e piuttosto esposto.
Appena dopo il Ponte del Cogno si diparte verso est una carraia (CAI n° 721) che poco più avanti volge a destra transitando a fianco di una casa collocata in splendida posizione. Il bellissimo tracciato prosegue in piano/lieve discesa a fianco degli appezzamenti della Piana del Cogno, offrendo straordinarie visuali sul Monte Roccabiasca e sulla dorsale Parma/Bratica. Nel momento in cui il percorso, avvicinandosi al fondo della valletta formata dal Torrente Parma delle Guadine, inizia a salire lievemente, in un campo a sinistra si nota un cippo con bassorilievo in marmo bianco. Attraversato mediante ponte in cemento (a cui è affiancato il ben più suggestivo manufatto originale) il menzionato ramo del Torrente Parma, si incomincia a guadagnare quota trascurando un percorso a sinistra. Procedendo ai piedi del boscoso profilo settentrionale del Monte Vidice, si volge poco dopo a destra entrando nella valle formata dal Torrente Parma di Badignana. Al bivio che si incontra poco più in alto si prosegue a sinistra assecondando il percorso n° 720 recentemente segnato da CAI. Si avanza perlopiù in piano e in lieve discesa immersi in ambiente boschivo di impareggiabile bellezza arricchito dalla presenza di faggi secolari. Oltrepassata un’area di bosco divelto a causa di interventi umani, si rientra nella splendida faggeta e più avanti si attraversa, tenendosi nel suo margine sinistro, una specie di radura con arbusti. Raggiunto il Torrente Parma di Badignana si prosegue per il percorso segnato che lo costeggia per un breve tratto. Nel momento in cui l’ampia traccia volge a sinistra onde effettuare il guado, si abbandona il segnavia n° 720 e si prosegue diritto per labilissimo sentiero che procede parallelamente al torrente. Poco dopo si giunge in una suggestiva area caratterizzata da due grossi massi ricoperti di muschio. Oltre questi ultimi, ci si sposta un po’ a destra rispetto al corso d’acqua e per sentiero molto poco evidente, avanzando perlopiù in lieve salita, si mette piede in un ripiano con grande masso arenaceo. Qui il percorso sembra perdersi, ma con un buon intuito, sempre nell’ipotesi di non usufruire del navigatore (esercizio estremamente mortificante della libera iniziativa e della capacità personale di “lettura” in loco dell’itinerario che ci si accinge a percorrere), lo si dovrebbe recuperare. Trascura una traccia che continua parallelamente al torrente, si aggira il masso e si scorge, un po’ a destra di quest’ultimo, l’incavo di un sentiero. Lo si asseconda effettuando subito una curva a sinistra e il successivo tornante destrorso, giungendo in una prima piazzola di carbonaia. Da qui, guardando a destra, dovremmo notare l’incavo del vecchio sentiero/mulattiera che sale piuttosto ripidamente. Si transita poco dopo a fianco di una seconda piazzola di carbonaia e, continuando a progredire per un ulteriore tratto in questa direzione, si incontra una terza piazzola. Poco più avanti si volge a sinistra effettuando successivamente una svolta a destra, notando, in corrispondenza di quest’ultima, un segno fluorescente sul tronco di un faggio. Si prosegue per sentiero sempre più labile che tende a scomparire nei pressi di un’area caratterizzata da massi. Qui occorre volgere a sinistra ed effettuare, per traccia molto poco incavata, ulteriori svolte. Raggiunta una costa che costituisce il sommo della sponda sinistra della valletta formata dal Torrente Parmetta, si incontrano dei bolli rossi che indicano una linea di salita lungo la dorsale. Noi continuiamo per la vecchia mulattiera effettuando un paio di svolte/tornanti, volgendo successivamente a destra. Si avanza in spettacolare ambiente boschivo caratterizzato da massi ricoperti di muschio, compiendo, per traccia sempre meno incavata, un paio di svolte. Proprio in corrispondenza di un rimboschimento a conifere ci si innesta nel percorso n° 721B che si segue a sinistra in direzione Lagoni. Notando inizialmente dei resti murari di vecchi ricoveri, si riprende poco più avanti la costa di prima – e con essa la segnaletica costituita da bolli rossi – assecondandola per un buon tratto. Questa sezione del percorso è particolarmente interessante, sia per la bellezza e integrità dell’ambiente boschivo in cui si è immersi, quanto per la suggestione di comminare su uno storico percorso – come denotano le traverse per lo scolo dell’acqua che si incontrano – ancora ottimamente conservato. Giunti in un bel ripiano boscoso, si trascurano a sinistra i segnavia rossi e si prosegue diritto/destra continuando ad assecondare la segnaletica bianco-rossa, transitando inizialmente a fianco di una piazzola di carbonaia. Al bivio che si incontra poco dopo (palina segnaletica), si continua diritto per sentiero che volge presto a sinistra in direzione del Torrente Parmetta. Nei pressi di quest’ultimo, il percorso segnato volge a destra e, dopo un paio di svolte, conduce sulla carrozzabile Cancelli-Lagoni. Si segue la strada a sinistra attraversando subito il ponte sul Torrente Parmetta, continuando per essa fino al bivio con il percorso per le Capanne di Badignana (n°719). Imboccata la comoda carraia, si svolta quasi subito a sinistra incontrando poco più avanti il bivio con la variante n° 719C che conduce ai Lagoni. Si continua per il percorso principale procedendo in piano/lieve discesa parallelamente al Torrente Parmetta. Oltrepassato un ponticello, la carraia inizia a salire, sempre dolcemente e con diverse svolte, allontanandosi dal corso del torrente. Il tracciato effettua più in alto una netta svolta a sinistra ed offre proprio in questo punto una bella visuale dello spigolo sud della Roccabiasca. Appena prima della menzionata svolta dovremmo notare a sinistra un masso con sbiadita freccia di colore rosso e segnavia dello stesso colore sui tronchi degli alberi. Si imbocca questo interessante percorso che nella parte iniziale procede parallelamente alla carraia per Badignana, effettuando successivamente un paio di tornanti. In corrispondenza di un’ulteriore svolta, si abbandona l’ampia traccia, sempre meno battuta, e si prosegue diritto per sentiero. Poco più avanti ci si innesta in un’altra mulattiera e la si asseconda penetrando progressivamente nella valletta formata dal Rio di Badignana. In corrispondenza di un ripiano boscoso si abbandona il poco incavato percorso e tenendosi a destra si lambisce la dorsale che costituisce il sommo della sponda destra del Rio di Badignana. Si continua per l’interessante sentiero effettuando qualche svolta, attraversando più avanti un’area cespugliosa. Appena dopo essere transitati a fianco di un bell’esemplare di faggio, si giunge in un avvallamento ai piedi delle spettacolari pareti del Monte Scala. La poco evidente traccia procede tra erba alta parallelamente ad un ruscello, volgendo poco più in alto a destra. Risalita una costa caratterizzata dalla presenza di rocce montonate, si giunge a poca distanza della torbiera conosciuta come Padule di Badignana. Da qui, anziché seguire la traccia di destra che scende nel sottostante pianoro, si prosegue per sentierino che diviene sempre meno evidente fino a perdersi del tutto. Si deve salire alla bene e meglio parallelamente al solco formato da un ruscello, faticando non poco a causa dell’erba alta e della presenza di sassi. Ammirando la bellezza dell’ambiente in cui ci troviamo, avendo sempre come direttrice la dorsale che delimita il menzionato solco, si raggiunge Fontana del Vescovo, 1595 m. Immessosi nel sentiero n° 715, lo si asseconda a destra e al bivio che si presenta quasi subito si prende a sinistra il segnavia n° 715A, attraversando inizialmente un magnifico ripiano ai piedi di un ripido pendio. Si incomincia poi a guadagnare faticosamente quota per traccia che effettua diversi tornanti, presentandosi, specialmente nella parte superiore, piuttosto labile. Raggiunto il crinale Parma/Massa in corrispondenza del Passo di Badignana, 1686 m, ci si dirige a nord-ovest (segnavia 00) alla volta del Monte Brusà. Scavalcato un primo dosso di crinale, si prosegue in piano e a saliscendi costeggiando il limite della vegetazione arborea. In seguito il sentiero scende ripidamente per pochi metri in versante lunense, per poi riprendere il filo della dorsale spartiacque e assecondarlo costeggiando il margine superiore del bosco di faggi. Si avanza a saliscendi per traccia abbastanza esposta penetrando più avanti nella copertura boscosa, uscendone quasi subito. Il sentiero prosegue assecondando il crinale divisorio, ma ad un certo punto volge a destra onde aggirare, tenendosi all’interno di un bel bosco di faggi dai caratteristici rami ricurvi, un’altura. Approdati in una selletta, si sale ripidamente scavalcando una quota di crinale per poi rientrare nuovamente nel bosco. Ripreso il filo della dorsale, si procede perlopiù in salita assecondando un sentiero spesso poco visibile, costeggiando continuamente il margine della vegetazione arborea. Dopo questa lunga e scomoda sezione, sempre assecondando il crinale Parma/Massa, ora aperto su entrambi i lati, si scavalca una quota fino a conquistare la cima del Monte Brusà, 1786 m. Dopo una meritata sosta si scende lungo il crinale nord-ovest raggiungendo in breve il Passo delle Guadine. Abbandonata la dorsale spartiacque, si continua a destra lungo il sentiero n° 719 in direzione di Sella dello Sterpara, procedendo a mezza costa e ammirando splendide visuali sul sottostante vallone con al centro il Lago Pradaccio. Dopo aver costeggiato un bel ripiano ai piedi dei pendii settentrionali del Monte Aquila, si avanza ulteriormente a mezza costa doppiando delle dorsali e attraversando un canale. Penetrati nella faggeta, si procede in piano/lieve discesa assecondando attentamente i segnavia in quanto il sentiero non è particolarmente incavato. Successivamente si avanza in leggera salita in bell’ambente boschivo, fino a guadagnare e valicare Sella dello Sterpara ai piedi del primo risalto dell’omonima cresta. Si prosegue per il comodo percorso n° 719 compiendo inizialmente alcuni tornanti, costeggiando successivamente delle rocce. Dopo il bivio con il sentiero d’avvicinamento alla Via Alpinistico Roberto Fava, si penetra in un bosco di conifere uscendone poco più in basso. Attraversato un rio, ci si innesta nel percorso n° 723 proveniente da Lago Santo e diretto alla Sella del Marmagna. Lo assecondiamo verso la prima località, trascurando al successivo bivio, situato all’interno della pineta di Lago Santo, il sentiero n° 729 che conduce a Capanna Braiola. Dopo una discesa a fianco di una caratteristica lastra rocciosa, si volge a sinistra notando alla nostra destra un bell’esemplare di faggio. Il frequentato sentiero perde successivamente quota su pendio aperto caratterizzato da affioramenti rocciosi, riconducendo poi all’interno della splendida faggeta. Dopo una discesa e qualche svolta si raggiunge la sponda sud-occidentale del Lago Santo in corrispondenza della vecchia peschiera, 1515 m. Da qui si assecondano a destra i segnavia del percorso n° 723B costeggiando lo splendido lago di origine glaciale e oltrepassando un ripiano con crocifisso (attualmente mancante). Dopo una breve salita all’interno di un bell’ambente boschivo, si volge a sinistra e usciti dalla copertura boscosa si inizia ad attraversare l’ampia e spettacolare pietraia che chiude ad oriente la specchio d’acqua. Varcato l’emissario, ci si innesta nel percorso n° 723A che si asseconda in direzione di Lagdei, transitando inizialmente a fianco di una caratteristica lastra rocciosa. Rientrati nella faggeta, si avanza in lieve salita fino a raggiungere il bivio con il percorso n° 723B chiamato “Sentiero delle Carbonaie”. Dopo la prima salita si volge a sinistra e si attraversa il margine superiore di panoramiche pietraie. Poi, rientrati nella copertura boscosa, si avanza a mezza costa ammirando un caratteristico roccione a forma di spigolo con a sinistra uno splendido esemplare di faggio. Si procede successivamente in salita per poi piegare a destra onde portarsi sull’ampio e boscoso profilo settentrionale che digrada dalla quota più meridionale della Cresta dello Sterpara. Il vecchio tracciato perde quota effettuando comodi tornanti, conducendo più in basso in un rimboschimento a conifere e ad un ripiano/insellatura. Ignorato a sinistra il percorso che scende a Lagdei, si piega nettamente a destra alternando discese a ripiani che si attraversano o lambiscono. Effettuata una netta svolta a sinistra si scende piuttosto ripidamente raggiungendo un ulteriore ripiano boscoso. Notando più in basso una piazzola di carbonaia, si volge successivamente a sinistra e si avanza per comodo sentiero che tende ad ampliarsi. Dopo un tornantino si raggiunge la località Cancelli, 1236 m, dalla quale si continua per il sentiero n° 725B il cui imbocco è situato sulla destra dell’inizio della strada che conduce a Lagdei. Scavalcata una dorsale, si scende orientandosi con i segnavia in quanto la traccia è poco incavata e per di più ostruita da tronchi di conifere divelte. Immessosi in un più marcato percorso, lo si asseconda a sinistra confluendo in una carraia proveniente dalla strada per Lagdei. Si segue il comodo tracciato a destra effettuando alcuni tornanti all’interno di un bel rimboschimento a conifere. Raggiunto un bivio, si prende a destra il percorso n° 725C attraversando inizialmente un ripiano boscoso. Poi, l’ampia e comoda traccia perde lentamente quota nella sponda destra orografica della valle formata dal Torrente Parma di Lago Santo. Trascurati a destra percorsi secondari e gustando la bellezza dell’ambiente boschivo in cui siamo immersi, si sbuca infine in un’orripilante area soggetta ad operazioni di esbosco. La si attraversa e compiuti un paio di tornati si raggiunge un bivio da cui si scende a sinistra. Effettuato un ulteriore tornante destrorso, si procede parallelamente al Torrente Parma di Lago Santo, fino a ritornare al Ponte del Cogno (fontana).















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