Gli Schiocchi dell’Ozola e i Prati di Sara: anello da Ligonchio

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Punto di partenza/arrivo: Ligonchio di Sopra (S. Rocco di Ligonchio) 892 m

Dislivello: 830 m ca.

Durata complessiva: 5/5,15 h

Tempi parziali: Ligonchio di Sopra 892 m-Presa Alta (1,30 h) ; Presa Alta-Prati di Sara (1,30 h) ; Prati di Sara-Casalino (1,15 h) ; Casalino-Ligonchio-Ligonchio di Sopra (1 h)

Difficoltà: E+ il sentiero n° 635 nel tratto Gola dell’Ozola-Prati di Sara ; E la restante parte dell’itinerario

Attrezzatura: ordinaria da escursionismo

Ultima verifica: luglio 2017

Accesso stradale: Reggio Emilia-Castelnovo né Monti-Busana-Cinquecerri-Ligonchio. Attraversato tutto il centro principale del paese si parcheggia l’auto a Ligonchio di Sopra (San Rocco di Ligonchio).

 

mapwww.openstreetmap.org

 

Descrizione dell’itinerario

ATTENZIONE:

Sent. 635  LIGONCHIO – PRESA ALTA – PRATI DI SARA
( inserito in data 15/06/2018 )
L’ENEL ha deciso di chiudere definitivamente il sentiero 635 che dalla fonte dello Scudlein di Ligonchio, porta alla Presa Bassa. Su questo percorso da sempre classificato “Strada di servizio industriale” l’ENEL aveva tollerato il passaggio escursionistico e il tracciamento di un sentiero CAI, stessa cosa per il 633 detto “della Decouville”. Le cose sono cambiate dopo la denuncia da parte di un ciclo escursionista che nel percorre il 633 in una sosta si appoggiò ad un paletto del parapetto, questi cedette e il ciclo escursionista cadde di sotto procurandosi varie fratture. Vinse la causa e l’ENEL proprietaria della strada pagò il risarcimento danni. Da qui la presa di coscienza della responsabilità verso chi percorre questi sentieri e la conseguente chiusura dei sentieri 635 e 633 visto che con le frane in atto il pericolo è notevolmente aumentato. Il Parco sta trattando la cessione di competenza per il solo 633, in quanto non più utilizzato da ENEL, mentre il 635, tuttora usato dagli operai dell’ENTE per le manovre alla Presa Bassa, sarà ad uso esclusivo di ENEL e verrà cancellato dalle cartine e dal catasto regionale. Il transito sul 633 verrà comunque permesso solo con accompagnamento di guide ed opportunamente tabellato. Il Sentiero Spallanzani verrà forse fatto confluire su questo tratto ( con guide) o singolarmente sulla strada forestale, ma per ora rimane chiuso. Dato che il 635 coincide anche con il Sentiero L.Spallanzani, per il momento, questo è spostato sul sentiero 633 da Ligonchio a Tarlanda e da qui sulla strada forestale fino al ponte sul Rio Rimale.

www.caireggioemilia.it

Anello di grande interesse che permette la conoscenza di luoghi affascinanti e carichi di storia. Il sentiero che dal fondo della Gola dell’Ozola risale lungo la sponda opposta in direzione delle Cascate del Lavacchiello e dei Prati di Sara, andrebbe intrapreso solo con terreno asciutto. L’itinerario si svolge lungo sentieri ben segnati che non pongono problemi di individuazione del giusto percorso.

Da San Rocco di Ligonchio si imbocca a sinistra Via Ravinella seguendola in salita per pochi minuti fino a quando effettua una netta curva a destra. Proprio in questo punto la si abbandona (indicazioni del percorso CAI n° 633), prendendo a sinistra uno stradello cementato che sale a fianco di un’area recintata. Penetrati successivamente nel bosco di castagni, si avanza per magnifica mulattiera affiancata ai lati da resti di vecchi muretti a secco, guadagnando quota in costante direzione est/sud-est. Più in alto si effettuano alcuni tornanti, sbucando appena dopo nella strada asfaltata che da Ligonchio conduce alla Presa Alta. Si sale lungo quest’ultima sottopassando inizialmente un grande tubo per il trasposto dell’acqua, compiendo successivamente un tornante destrorso. Dopo una ripida salita in cui si compie un tornante sinistrorso, si transita a fianco della vasca di carico di Tarlanda. Proseguendo per la stradina asfaltata, si raggiunge in pochi minuti il bivio con il sentiero n° 633 che si stacca a sinistra (quest’ultimo, nonostante sia uno dei più bei sentieri dell’Appennino emiliano, risulta attualmente interdetto alla pubblica percorrenza). Noi andiamo a destra, imboccando il percorso n° 641 diretto al Bivacco Il Piano e al Monte Sillano, seguendo inizialmente il tracciato di una decauville. Dopo pochi minuti si prende a sinistra un sentiero che in moderata pendenza conduce nuovamente alla carrozzabile per la Presa Alta. La si attraversa e si continua per mulattiera, tagliando in questo modo un tornante della strada su cui si rimette presto piede. Ignorata a destra la continuazione del percorso n° 641, si continua comodamente lungo la carrozzabile procedendo paralleli al tracciato della decauville (CAI n° 633) situato più in basso rispetto al punto in cui siamo. Dopo l’attraversamento del Fosso di Rimale, si incontra a destra la continuazione del sentiero n° 633 e, in corrispondenza delle opere idrauliche, lo sbocco dello stesso percorso. Poco dopo si nota e trascura l’arrivo del sentiero n° 635, proveniente da Ligonchio, che purtroppo risulta impercorribile. Seguendo la pianeggiante strada sterrata si raggiunge in circa 10 minuti la località Presa Alta1267 m. Appena dopo uno spiazzo panoramico con pannello esplicativo, si prende a sinistra un’ampia traccia in discesa che effettua un tornante destrorso e prosegue verso gli edifici dell’Enel. Poco prima di questi ultimi, si stacca a sinistra (tabella) un sentiero: lo si imbocca perdendo quota in ripida discesa, fino a mettere piede nel greto del Torrente Ozola che si attraversa. Passati nella sponda opposta, si sale piuttosto ripidamente tagliando a mezza costa pendii in parte ghiaiosi sovrastati da pareti di roccia scura. Rientrati nel bosco, si superano alcune roccette (è presente un sottile cavetto arrugginito) per poi continuare a mezza costa attraversando una sequenza di tre solchi. Segue un tratto di sentiero pianeggiante che precede l’attraversamento di un canale dove è richiesta attenzione alle rocce viscide e scivolose. Dopo una ripida salita a tornanti, si prosegue a mezza costa sotto pareti verticali (cavetto d’acciaio), fino a giungere sul dorso di una panoramica costa dove si ammira una visuale davvero grandiosa. Rientrati nel bosco, si attraversa un solco asciutto e, aggirata un’altra costa, si sale a destra ignorando una traccia che si stacca a sinistra. Si guadagna quota nella sponda sinistra orografica della valletta formata dal Fosso Lama Cavalli (più in basso si nota una presa dell’acquedotto), fino ad attraversare il fondo di quest’ultimo caratterizzato da particolari lastre rocciose. Da qui, seguendo una traccia che si stacca a destra, si raggiunge in breve la base della spettacolare Cascata del Lavacchiello. Ritornati sul percorso principale, si attraversa inizialmente il Fosso Lavacchiello, proseguendo successivamente all’interno del bosco. Ora inizia una lunga e ripida salita per traccia che guadagna quota a tornanti e che riconduce più in alto nella valletta formata dal Fosso Lavacchiello. Dopo un tratto a mezza costa, si esce temporaneamente dal bosco e si sale appena a destra di un panoramico crinale. Raggiunto quest’ultimo, lo si segue in ripida salita, rientrando poco più avanti nella vegetazione. Si continua a guadagnare quota per l’erto sentiero che, eccetto per un breve tratto, asseconda il filo della dorsale boschiva. Raggiunta una panoramica apertura, la traccia piega a destra procedendo in falsopiano, avvicinandosi nuovamente al fondo della valle del Fosso Lavacchiello. Poco prima di quest’ultimo, il percorso svolta repentinamente a sinistra procedendo in leggera pendenza all’interno del bosco di faggi che progressivamente si assottigliano abbassandosi d’altezza. Usciti dal bosco, si contorna per un tratto il suo limite destro, fino ad approdare negli ampi declivi prativi noti come Prati di Sara. Il luogo in cui ci troviamo è di rara bellezza, certamente uno dei più suggestivi altipiani prativi di tutto l’Appennino settentrionale. Dalla depressione del Lago del Caricatore1611 m, si continua in direzione nord imboccando (cartelli) il sentiero n° 625 che scende a Casalino. Dopo una prima radura, la traccia piega a destra attraversando un ruscello asciutto e prosegue alternando altre radure a macchie boscose. Ci troviamo nella sponda destra orografica della valletta formata dal Rio Somagna e, una volta entrati definitivamente nel bosco (sulla sinistra magnifico esemplare di faggio), si scende tenendosi a poca distanza dal menzionato rio. Poco più avanti il sentiero si sposta a destra procedendo per un tratto in direzione NE, per poi piegare a sinistra perdendo quota a tornanti. Poco più in basso la traccia scende contornando dall’alto un’ampia area di bosco molto rado per operazioni di disboscamento. Dopo una svolta a destra, si prosegue costeggiando il margine sinistro dell’area disboscata, notando alla nostra destra interessanti esemplari di muretti a secco. La bella mulattiera piega successivamente a sinistra e scende serpeggiando fino ad immettersi in un’ampia traccia che non va seguita. Infatti, appena dopo aver attraversato il letto asciutto del Rio Rimagna, si prosegue a destra per il vecchio percorso. Dopo alcuni tornanti, si giunge nei pressi di un’area disboscata che si costeggia seguendo la magnifica mulattiera affiancata da suggestivi muretti a secco. Immessosi in un’ampia traccia, la si segue a destra avanzando sulla sinistra del tracciato dell’elettrodotto. Giunti nei pressi di un’area pic nic con fontana, si piega a destra sottopassando i fili dell’alta tensione, rientrando successivamente nel bosco. Si ignora una traccia che si stacca a sinistra in salita e si prosegue per l’ampia mulattiera che perde quota all’interno di un castagneto di straordinaria bellezza. Giunti ad un bivio, situato nei pressi di un rimboschimento a conifere e di una svolta a destra del tracciato, si ignora a sinistra un altro percorso, immettendosi poco più in basso nell’ampia mulattiera contrassegnata n° 609. La si segue a sinistra uscendo in breve dal bosco, entrando infine nel nucleo di Casalino940 m. Mediante viottolo si attraversa l’antico borgo ammirando angoli molto suggestivi, transitando poco più in basso nei pressi della chiesa. Si scende poi per un breve tratto lungo la strada di accesso, imboccando, nei pressi di alcune case, il sentiero contrassegnato n° 609 SSP (Sentiero Spallanzani), mediante il quale si esce dal paese. Si sovrappassa inizialmente il tubo dell’acquedotto (ad un bivio si continua a destra), proseguendo poi in leggera discesa fino ad attraversare dei prati con villetta sottostante. Il percorso segnato, che in un tratto si restringe notevolmente a causa della folta vegetazione, transita a fianco di una casa, virando oltre quest’ultima repentinamente a destra (segnavia), discendendo un ripido pendio con fastidiosi rovi. Messo piede sulla strada asfaltata, la si segue a sinistra raggiungendo in breve un bivio da cui si prosegue in direzione di Ligonchio. Si cammina lungo l’asfalto per diversi minuti, ammirando alla nostra sinistra interessanti affioramenti di gesso. Appena dopo il Fosso di Bacchione, si abbandona la strada imboccando a destra un sentiero (cartello) che costituisce la continuazione del percorso n° 609 SSP.  Si scende per bella mulattiera – scarsamente segnata ma molto evidente – verso il fondo della Val d’Ozola, raggiunto il quale si attraversa il torrente mediante ponte. Dal Mulino di Ligonchio (di origine seicentesca, è uno dei più antichi mulini dell’Appennino reggiano) si segue in salita lo stradello d’accesso che a sua volta si immette nella provinciale 59. Si cammina lungo la strada per alcuni minuti in costante salita, abbandonandola dopo aver sottopassato il fili dell’alta tensione. Si imbocca a sinistra (tabella) un’ampia traccia che effettua poco più avanti un tornante destrorso tra folti cespugli di felci. Dopo una salita all’interno del bosco, si mette piede nella provinciale 18 che si attraversa rinvenendo sulla sinistra la continuazione dell’antico percorso. Si sale per bella mulattiera all’interno di un suggestivo castagneto, fino a sbucare nel pendio prativo sottostante il bacino della centrale idroelettrica di Ligonchio. Messo piede sulla soprastante stradina asfaltata, la si segue fino ad immettersi nella SP 18, seguendo la quale, oppure Via della Pioppa, si attraversa in salita il centro di Ligonchio, ritornando in breve alla frazione di S. Rocco.

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